TERAMO – il ricorso presentato dal sindacato dei veterinari contro la nomina dell’avvocato Manola Di Pasquale alla presidenza del Consiglio di amministrazione dell’Istituto zooprofilattico Caporale di Teramo, è tardivo e illegittimo, e chi lo ha presentato è in una situazione di “interesse confliggente”. E’ la stessa Di Pasquale a rompere il silenzio sulla vicenda del ricorso al Tar del Sivemp, puntualizzando i due punti cardine delle situazioni di presunta irregolarità sollevate da chi non ne vede di buon occhio la nomina. Intanto «la firma sul ricorso – dice il consigliere comunale del Pd -, è di un dipendente dello stesso istituto zooprofilattico e non del rappresentante legale del sindacato dei veterinari, che all’interno dell’Izs rappresenta 10 dipendenti su circa 400. E il sindacato – aggiunge – non può agire per tutelare interessi che non siano generalizzati e previsti nelle sue finalità statutarie,giammai quindi a confutazione di nomine degli organi di indirizzo e controllo». Sul suo curriculum e sulle sue competenze, Manola Di Pasquale specifica che «nel ricorso non c’è alcun richiamo alla determina della direzione affari della presidenza e legislativa della Regione che fissava il percorso amministrativo per la nomina dei componenti del cda e che prevdeva l’aggiornamento del curriculum: le impugnative contro quell’elenco di nomi scadevano al 29 novembre, quindi il ricorso è tardivo. Le competenze richieste sono sono state autocertificate a norma della legge 445/2000, come richiesto dall’avviso. Tale atto fa “piena prova” nei procedimenti amministrativi e non è stato impugnato per falso, corrispondendo a verità tutto quanto certificato». Sulla incompatibilità e sulla inconferibilità, il neopresidente ricorda di non avere «ruoli politici e di segreteria nel partito o di ricoprire la funzione di presidente della commissione di Garanzia e controllo nel Comune di Teramo ma di essre solo consigliere comunale: «Il Cda non ha funzioni di gestione e dunque le ipotesi di legge su inconferibilità e incompatibilità non sono applicabili come invece per direttore generale, sanitario e amministrativo – spiega ancora Manola Di Pasquale -. A ciò si deve aggiungere la circostanza che l’IZS dell’Abruzzo e del Molise non è un ente di livello regionale, ma interregionale di livello nazionale». Quanto al dipendente che ha firmato il ricorso la Di Pasquale ritiene che sia in una situazione di “interesse confliggente”: «Non posso non rilevare debolezze e contraddizioni delle questioni sollevate a partire dall’ambiguità, che pare voluta, come se il ricorso non abbia l’unico scopo di creare un clima avverso per condizionare negativamente il processo di governance che si è avviato dopo anni di difficoltà».
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